Le comete
Nel loro aspetto più comune le comete sono caratterizzate da una lunga scia, chiamata coda, e possono essere assai luminose e visibili a occhio nudo, oppure emanare un debole chiarore ed essere individuate soltanto mediante il telescopio. Esse vengono solitamente classificate in due gruppi a seconda della loro traiettoria: quelle a breve periodo, con orbite ellittiche e con apparizioni abbastanza frequenti; quelle a lungo periodo con orbite quasi paraboliche e per le quali è quasi impossibile prevedere i passaggi futuri, a causa delle perturbazioni che potranno subire da parte dei pianeti.
Un esempio di cometa periodica è la cometa di Halley. Fu osservata per la prima volta ne 240 a.C., e prese poi il nome di Edmund Halley, che ne calcolò il periodo ciclico di 76 anni, predicendone il ritorno nel 1759, nel i 1835 e nel 1910.
Nel 1986 questa famosa cometà ha tatto i suo ritorno ed è stata studiata da vicino con varie sonde spaziali sovietiche, europee e giapponesi. Tra esse la ormai ben nota navi cella spaziale Giotto, costruita dall'Ente Spaziale Europeo (ESA).
Le comete sono sicuramente resti del materiale originario del Sistema Solare e sono d straordinaria importanza per la conoscenza delle sue fasi evolutive più antiche, rappresentando una popolazione composta da "mattoni" primordiali che sono serviti a costruire i pianeti più esterni. Miliardi di comete rivolvono ancora attorno al Sole, a grande di stanza da esso, spingendosi fino a circa metà' strada dalla stella più vicina e formando la cosiddetta Nube di Oort, dal nome dell'astronomo olandese che ne ha ipotizzato l'esistenza. Solo una minima parte di esse, a causa di perturbazioni accidentali, possono penetrare nelle parti più interne del Sistema Solare e diventare visibili. Alcune di queste, passando a distanza relativamente piccola da grandi pianeti esterni - soprattutto Giove - vengono " catturate " gravitazionalmente e immerse in orbite sempre più strette, diventando abitatori permanenti del Sistema Solare interno. È stato recentemente dimostrato che certe comete sono state, per tempi brevi, ad dirittura veri e propri satelliti di Giove prima c essere espulse dal suo campo gravitazionale All'osservazione telescopica una cometa risulta formata da tre parti distinte: un corpi centrale, chiamato nucleo; la chioma, chi circonda il nucleo; la coda. L'insieme del nucleo e della chioma costituisce la testa, che in alcune comete risulta circondata da un alone nebuloso di idrogeno atomico. La chioma è un enorme involucro luminoso il cui splendore aumenta verso il centro, e può raggiungere dimensioni paragonabili a quelle c Giove. La coda è composta da gas e da ma teria così rarefafla che attraverso di essa E possono vedere le stelle. La direzione della coda è influenzata dalla direzione della cometa ma, quando questa si avvicina al So ed entra in orbita intorno a esso, la coda sempre rivolta in direzione opposta al Sole. La testa può raggiungere un diametro 250 000 km, mentre la coda può estendersi per 200 milioni di chilometri, una lunghezza maggiore della distnza, Terra-Sole
Attualmente, a seguito dei dati ottenuti dalle sonde spaziali, è stato confermato che il nucleo delle comete è costituito da una mistura di ghiaccio e polvere. Tuttavia la superficie esterna è risultata molto scura, in grado di riflettere soltanto il 5% della luce solare incidente. Gli spettri delle comete hanno mostrato la presenza di vari composti formati da elementi piuttosto comuni, quali l'idrogeno, il carbonio, l'ossigeno e l'azoto. È stata anche confermata l'esistenza di molecole organiche complesse.
Avvicinandosi al Sole, il ghiaccio sublima trascinandosi appresso anche le particelle solide: si forma così la chioma. Il vento solare, allontanando i gas così formatisi, determina la formazione della coda. Intorno alla testa di alcune comete si è potuto osservare un alone di idrogeno atomico di grande ampiezza, pari a tre volte il diametro della testa stessa.
Le comete lasciano dietro di sé dei residui rappresentati sia da polvere fine che da parti celle solide più grandi. La polvere, diffondendo la luce solare, appare come un chiarore nel cielo, a est prima dell'alba e a ovest dopo il tramonto. Le particelle solide più grandi sono osservabili come pioggia di meteore allorché la Terra passa vicino all'orbita di una cometa regolare.
Fin dall'antichità le comete furono osservate la loro comparsa nel cielo, improvvisa e luminosa, fu a lungo ritenuta segno di presagi infausto. Risalgono al terzo millennio a.C. le prime informazioni sulle comete ma si deve arrivare all'era moderna prima di avere notizie più precise sulla loro osservazione.
Il numero delle comete viste e catalogate andato via via aumentando dopo la scoperta del telescopio e l'utilizzazione, ai fini astronomici, della fotografia.